La ragioneria generale dello Stato contesta alcune norme del decreto liberalizzazioni. Dice che non c’è copertura finanziaria. C’è quella sulla permuta di beni del demanio e del patrimonio dello Stato, quella che aumenta la pianta organica dell’Autorità per l’energia e il gas per le nuove competenze in materia idrica (aumento ingiustificato, dice la Ragioneria); e poi, tra le altre, anche quella sui diritti areoportuali. E’ abbastanza curioso che tra tutti i tecnici che ci sono dentro i ministeri e che hanno contribuito ad elaborare i provvedimenti e i tecnici che quei ministeri li guidano nessuno se ne sia accorto. Vale a maggior ragione per il presidente del Consiglio, l’uomo che ha anche la guida del ministero dell’Economia. Ma vale anche per la Ragioneria, che – francamente – avrebbe potuto svegliarsi prima, visto che il decreto, se non approvato, decadrebbe il 24 marzo.
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